In Roma s'affaticò a studiar l'opere di Raffaello d'Urbino, e ne' paesi studiò d'imitare il suo paesano Adamo Elzheimer, e diventò eccellente: Tractus campestres elaboravit admiranda elegantia figuris venustissimis exornatos, dice nella sua Vita il Sandrart, e dice che lo fece dipingere per Rubens con gusto del medesimo Rubens, e che per la sua fama fu chiamato al servizio del re d'Inghilterra, onorato con isplendidissimo salario. Morì poi in patria stimatissimo per tutti que' paesi. In Milano mio padre Filippo Resta n'aveva uno piccolo de' suoi paesi, per cui monsù Giacomo Cortese, prima che fosse Gesuita, gli esibiva di fargli una o due battaglie di sua mano; ma mio padre, che dipingeva anche lui di paesi, non volle privarsene. Li miei cugini Resti n'hanno due, che mi mostrò in Roma monsignor Resta, molto belli, e pochi altri a Milano, e pochissimi n'ho visti a Roma; e questi due tondini o diciam ovatini de' Vavassori anche a me paion tali, come dice la padrona, sebbene Ghezzi(57), Sabatini ed il suo compagno dicono di non conoscerli, ma che belli sono. Ma io per me stimo il parere di Axer, che con grandissima franchezza l'assevera per di Cornelio; però il sig. cav. mio signore si governi come gli piace. Roma, 27 febbraio, 1704.
XLV.
Sebastiano Resta al sig. cav. Gabburri.
Giacomo du Lis ebbe il padre o l'avo suo pittore, descritto nelle Vite del Sandrart. Questo Giacomo, a me per prima incognito, si vede che ha maniera soda, ma non ha merito di siti e di tinte. Vedrò se ci sono li bislunghi di Giacomo Hus, di cui parimente non ho notizia, perchè poco mi sono dilettato di questi paesisti, ed è un pezzo che non tratto con li oltramontani.
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