Un simile dormire col braccio rilassato e cadente lo fece Michelangelo Buonarroti ancora, il quale forse aprì la mente a far l'istesso agli altri. Dica al sig. Pinacci, se se ne ricorda, che tal casa non dalla parte del lanternone degli Ornani, ma più in giù verso la piazza; sta di dentro verso la casa, e mirando in su, nel voler uscire di casa, si vede sopra la porta nella mezza luna dell'arco sopra la porta. Pare di Raffaello: basta, vedrò lo schizzo. Se sarà di Raffaello o di Giulio, e forse anche di Raffaello del Colle, facilmente se ne troverà l'esito in Roma, ma non a prezzi violenti; sopra di che mi comunichi pure il pensier suo, che penseremo come servirla. Lasciamo andare i tondini. La ringrazio della relazione che mi fa del suo diletto di stampe e disegni. Io da quando spinsi al porto di monsignor Marchetti i miei disegni, mai più non mi è capitato un disegno, altro che uno di Pietro Perugino, che ho donato ad un dilettante canonico Vittoria. Gran roba restò assorbita dagli ultimi studi del marchese del Carpio, e da Maratti prima, e poi da me, che da tutta l'Italia e fuor d'Italia ne attrassi il più prezioso che potei. Dirò adesso solo, come ebbi da Norimberga la metà delle Sibille della chiesa della Pace, di Raffaello, e da Messina l'altra metà, originali. Non bastan quinterni di carta per descrivere gli accidenti a me succeduti nell'unir cose sparse per dissipati luoghi. Ho la sodisfazione di veder tutto ancor in Italia in casa Marchetti, se sapranno custodir tanto scelta roba gli eredi, e con tant'ordine e tante erudizioni ab intra et ab extra.
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