Ed ora solo mi resta di pregarla a continuarmi quell'affetto che sempre per sua mera bontà mi ha dimostrato. La prego ancora di passare questa mia piccola dimostrazione con il sig. dottore suo fratello e tutti di casa, ed a VS. con ogni mio maggior sentimento mi confermo qual sempre eternamente sarò, ec. Urbino, gli 8 di dicembre, 1704.
XLIX.
Baldassar Franceschini al signor Domenico Tempesti(66).
Ricevo tre lettere di VS., e mi rallegro con tutto l'animo, che essendo subito arrivato, non abbiate messo dilazione di tempo, per vedere quelle cose che danno tanto contento a chi ama l'arte del disegno e della pittura; e con ragione. Io pur troppo vi diceva; ma vi sovvenga che non alla prima vista resta contento l'animo, ma bisogna ritornarvi e considerarle, ma come professore, che vale a dire attaccarsene, e con tutto l'animo fra sè ragionare, e con fermo proposito formar nell'idea un gusto da quelle.
Mi sovviene avvisarvi che in tutti quelli che veddero codeste belle cose, pochi sono stati quelli che ne abbiano cavato la vera sostanza; è questo è verità; ma coloro che si son approfittati, si messero allo studio con fatica, ed ogni giorno stabilirono quello che far si doveva per fare obbedire la mano alla loro intelligenza.
Non siate scarso con il toccalapis. Vedete che sia in voi la bella facilità, e ricordatevi che ogni fatica sia utile. La vera maniera del valentuomo consiste nel distinguersi dal comune.
Quando principiate qual cosa, fissate l'idea al meglio: siate cauto e diligente, e con determinata applicazione: non vi perdete di animo.
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Franceschini Domenico Tempesti
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