Seguendo cosa di nuovo, ella sarà tosto avvisata. Le dirò poi che le tre mie stampette sono i primi parti, cioè le prove; e quella de' rottami antichi volendola accrescere ne' primi scuri, e ritoccarla per accordarla con una mia pazza invenzione, m'è sortito d'aver guasto interamente il rame, e rendutolo dall'acquaforte inutile; e in questa guisa ho fatto ciò che io lusingato giammai mi sarei di fare, ed è d'avere renduto tre mie stampe nel numero delle rarissime, non avendone fatte imprimere che tre sole di numero. Se la rarità le dotasse di merito, vorrei in quest'istante gettar al fuoco le due che mi restan, per rendere più riguardevole la terza. Ma come tutte insieme non vagliono la spesa del trasporto, le terrò per regalar un padre zoccolante. Scusi il mio digressoso ragionamento, e permetta che io mi soscriva, ec. Venezia, 10 di dicembre, 1723.
LXII.
Crosat al sig. Cav. Gabburri.
Il sig. ab. Franchini(87) mi ha fatto l'onore di comunicarmi il pensiero che avrebbe VS. ill. di continovare l'intaglio non solo de' bei quadri del Granduca, ma anche di quelli delle chiese e delle gallerie private di Firenze, il che sarebbe cosa molto applaudita; e niuno può giudicarlo meglio di me, che sto attualmente mettendo in esecuzione un simil pensiero circa a quelli che abbiamo in Francia, di cui i principali son quelli del Re e del duca d'Orleans(88): e io non saprei se non approvarglielo, anzi la esorto a tirarlo a fine. Veggo dalla lettera che i signori Guibert e Brun scrivono al sig.
| |
Granduca Firenze Francia Orleans Guibert Brun
|