I signori Berger, Croisille e Lomyne son giunti qui pieni di riconoscenza di tutti i favori che hanno da lei ricevuti nel passar per Firenze. Mi hanno imposto di ringraziarla, e non cessano d'esagerar il piacere che ella ha loro procurato, con far loro vedere tutte le rarità del Granduca. Io la richieggo della sua protezione per il sig. Veugle(97) che dee succedere al Cav. Person. Egli è un galantuomo e bravo nella sua professione, in cui si fa onore. Egli le comunicherà l'idea che abbiamo d'unire le differenti accademie d'Italia con quella che il Re mantiene in Roma, a fin che i giovani che si rilevano in questa, siano ricevuti nell'altre tutte per profittarne. Io suppongo che quella che fioriva in Firenze fin dai tempi di Michelagnolo, sussista ancora. Non sarà di vantaggio per gli giovani che si tiran su in codesta accademia, di poter esser ammessi in quella di Roma? e pe' giovani francesi parimente, nel passar da Firenze, poter andare a studiare sopra l'opere che sono in codesta città, co' lumi e le direzioni di quelli che presiedono a codesta accademia? Io resto, ec. Parigi, 20 d'agosto, 1724.
LXIV.
Molesworth al sig. Cav. Francesco Gabburri.
Sono molto lieto della descrizione che voi mi fate de' miei quadri(98), che spero che faranno onore al pittore; e perciò io vorrei che egli gli mandasse più presto che fosse possibile a Livorno, indirizzandogli a' signori Gould, Got e Yates, che me gli manderanno per la prima occasione. Circa all'impresa di cui voi mi parlate, cioè di fare intagliare tutte le belle cose della galleria del Granduca, io la trovo nobile, e veramente degna de' cavalieri che si pigliano il pensiere di quest'opera.
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