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      Io vi assicuro che io desidererei, non solo, per amor mio, in questi quadri l'ultima perfezione, ma altresì per potere procurare al signor Redi credito e impiego, come merita. Io sono, ec. Turino, 8 ottobre, 1724.
     
     
      LXVI.
      Molesworth al sig. Cav. Gabburri.
     
      Allorchè io vi mandai alcune osservazioni sopra i quadri del signor Redi, io non pretesi di criticare maliziosamente queste opere, che in generale son buone; ma per mostrare, che per mancanza d'un poco d'attenzione a quel che io gli avevo detto, e a quello che era stato stabilito d'accordo anche con lui, mancava qualche cosa all'ultima perfezione, che io desideravo non meno per far servizio al signor Redi, che per mia sodisfazione particolare. Bisogna essere perito nell'arte del disegnare per giudicare della bellezza o de' difetti de' quadri; nè io mi lusingo punto neppure d'appressarmi solamente a un tale squisito discernimento. Ma bisogna concedere che ci sono delle cose che gli occhi più ordinari ne giudicano tanto bene, quanto i più dotti. Basta che uno abbia una idea giusta della proporzione per vedere se una gamba è troppo lunga o troppo corta. Del resto, per quel che riguarda l'erudizione o l'espressione del soggetto, ciò dipende dalla cognizione che uno ha delle circostanze di quella istoria, il che mi pare distinto dal gusto della pittura. Posto questo, io non m'ero giammai immaginato che, dicendo naturalmente il mio pensiero sopra questi quadri, volessi criticare il vostro sentimento, e molto meno la vostra probità e le vostre obbliganti sollecitudini per li miei interessi.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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