Pure, per servirla, potrò darne un tocco, ma ne temo favorevole il successo, quantunque la proposizione sua sia onestissima; e monsù Mariette ha tanti imbarazzi per le mani, che sono sicuro che non ne vorrà prender de' nuovi, particolarmente per la scarsezza oggi d'intagliatori. Il sig. Marco Ricci, cui significai quanto mi scrisse, m'impose di riverirla a suo nome, e dirle ch'egli va intagliando quotidianamente, e quando avrà finito i suoi intagli, gli manderà.
Gli rassegno il mio umilissimo rispetto, ec. Venezia, 11 gennaio, 1728.
LXXVI.
Anton Maria Zannetti al sig. Cav. Gabburri.
Il lator della presente è un cavalier francese, nominato monsù Chuberè, il quale è ornato di tutte quelle prerogative che lo rendono degno, che passando per Firenze nel suo viaggio per Roma a VS. ill. io la raccomandi.
Mi perdonerà questo ardire, ma siccome son certo che praticandolo non avrà disgusto di averlo conosciuto, così questo fu uno stimolo di presentarglielo dinanzi.
Egli è d'un ottimo gusto nella pittura, in disegno, stampe ed altro che a quella è concernente, ed io avevo un singolar piacere di trattenermi seco, perocchè la sua conversazione m'era di dottrina ed ornamento.
Compatisca un tal disturbo col solito della sua bontà, e rassegnandole la mia divozione, mi dico con tutto il rispetto. Venezia, 9 aprile, 1725.
LXXVII.
Anton Maria Zannetti al sig. Cav. Gabburri.
Se mai ella viene ad onorare queste contrade, vedrà nel mio piccolo studio una raccolta di stampe del Callotti, che neppur nella galleria del Re di Francia, nè del principe Eugenio, ove sono raccolte di stampe sceltissime e rarissime, è la consimile.
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