Nessun per non saper cosa che siasi,
Fu di laude mai degno; e s'ha a deridereChi cerca ancor saper pių che non seppero
Quelli, e tenta eguagliarsi ai primi e massimi?
Pių necessario studio, nč pių nobilePer noi non v'ha di questo, il quale guidaci
Per franca strada ad imitar quell'operaIn cui natura, e chiaramente scoprasi,
Pose pių attenzïone e magisterio.
L'altre cose ancor elle malagevoliTutte sono a ritrarsi, ma pių merita
Quel dipintore, e a lui pių deesi encomio,
Che quello imitar sa pingendo, e fingere,
Per cui natura pių si gloria e pregia.
Ne serve notomia sol, perchč sappiasiCome son fatti, e dove han luogo i muscoli,
Ma secondo, che l'uom riposa o s'agita.
Furon pittor che di sė fatto studioPių che d'altro bisogno aver mostrarono!
Basta, si dicon essi, basta esprimereDell'uom le parti ignude, quali uom vedele
Qualora avere innanzi agli occhi trovasiUn modello spogliato da dipignere.
Basta, egli č vero, e basta anco, a cui navigaPer vasto e largo mare, al porto giugnere,
Senza curar d'aver carta nč bussola,
Nč chi intenda ov'č il polo, e come, girisiIl cielo, e quali venti sian contrarii
Al suo cammino, e quai fecondi e prosperi.
Ma se questo non sa, se questo mancagli,
Quando sul desiato lito scenderePotrā, dicasi un po', come il navilio
Agli scogli sottrar, schermir dai vortici?
Non cosė chiaro il vero a noi dimostrasi,
Che a ritrarlo qual č, non abbisogniciPių assai, di quello che si vede, intendere;
Altrimenti in crudeli scogli orribiliS'urta, ed il legno mal guidato infrangesi,
Siccome esperïenza oggi dimostraci.
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