Può darsi che in questo libro, che non ho letto, vi sia qualcosa simile alla detta, benchè sembri a me che sia trovata dalla mia ignoranza; ma se per sorte non vi è, mi sono preso l'ardire di parteciparla (troppo in vero debolmente) alla bontà di VS. ill., e servirà per una prova del gusto grande che avrò nella lezione di questa materia. E per fine, con un'umilissimo rendimento di grazie alla sua generosità, che tanto favorisce un suo servidore senza meriti, la supplico voglia degnarsi d'esercitare la mia servitù col farmi degno d'ubbidirla, e profondamente m'inchino. Bologna, 16 febbraio, 1726.
LXXXI.
Eustachio Manfredi al sig. Cav. Gabburri.
Ho portato al signor Zannotti le premure di VS. ill. intorno al consaputo libro, leggendoli la gentilissima sua di questo ordinario. Egli non avrebbe difficoltà di servirla del libro(117) ne' termini divisati, cioè in prestito (perocchè in altra forma nol darebbe, tenendoselo tanto più caro, quanto da ogni parte ne sente far ricerca per la sua rarità); ma siccome egli ha nel margine diverse postille di pugno di esso sig. Zannotti, nelle quali ha detto liberamente alcune sue opinioni intorno alla pittura, che non gli piace che siano vedute, come quelle che feriscono qualche moderno pittore, non m'è stato possibile indurlo neppure a prestarlo. Tuttavia, bramando pur egli di servire VS. ill. per cui professa tutto il maggior ossequio, e volendo compiacer ancor ine per la nostra amicizia, mi ha detto che darà il comodo di farlo trascrivere qui in Bologna da un copista di sua e mia confidenza, il quale diligentissimamente lo copierà, ed io mi farò debitore a VS. ill. della fedeltà ed assistenza della copia, che non la manderò prima d'averla confrontata parola per parola coll'originale.
| |
Manfredi Zannotti Bologna
|