Tutte non le ho volute; e pure vi saranno belle notizie, e dilettevoli, ma la briga di leggerle me ne ha fatto passar la voglia. Io le ho dato un tedio molto lungo, e però, pregandola a riverire per me il sig. Baldinucci, io passo a dichiararmi con un profondo rispetto. Bologna, 27 marzo, 1730.
LXXXIV.
Al sig. C. di C.(119)
Non ci voleva di meno che i vostri riveriti comandi, e così precisi per farmi risolvere a ragionarvi di Lionardo da Vinci. Se non fossero stati questi, non mi sarei mai risoluto a farlo. Non era egli in fatti più naturale e più convenevole di pregarvi a ricorrere a' libri che trattano della pittura? Tutti parlano con lode di Lionardo, anzi si potrebbe dire che uno vi troverà allargata la mano a' suoi elogi, se e' non fosse che egli meritava di più per li servizi segnalati che egli ha renduto alla pittura. Vi si trova quel che desiderate da me più minutamente di quello che voi possiate aspettarvi da me. Questo bastava per lasciar cercare a voi, che avreste trovato con più soddisfazione. Ma inoltre dovrei io pregar voi a istruirmi sopra questo soggetto, di cui bramate che io tratti. Voi, che ragionate di pittura con tanta proprietà, e che giudicate delle opere con sì fino discernimento, voi che avete Lionardo tanto in pratica, avendo intagliato con tanto spirito e con altrettanta precisione una serie assai numerosa de' suoi disegni, che bastano per dare un'idea completa del merito e del carattere di questo famoso pittore.
Perchè ha egli il Vasari(120) scritto così bene di Lionardo?
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