Quando dunque sia disperato il caso di averli, ella è pregata con tutto suo comodo, e nella miglior forma o congiuntura che le sembra più propria, mandarmi le carte, ed aver la bontà di aggiungervi quella stampetta di Marc'Antonio, che mi scrisse monsù Chuberè di averle consegnato per mandarmi; e per l'importare del consaputo libro di Vatò attenderò il secondo volume, e poscia le avviserò il costo di ambidue.
Con tale incontro, se mi trasmetterà l'opera che mi accenna, ammirerò i parti del suo bel genio, e le resterò obbligatissimo, quantunque lo sia per la stampetta mandata, siccome per li tanti favori che continuamente mi compartisce. L'invenzione della stampa è gentilissima.
Ritroverà qui annesse due caricature delli due più famosi musici che abbiamo avuto in quest'anno: Farinello in abito da gala, e Niccolino in abito da imperatore, siccome recitava nell'opera di s. Gio. Crisostomo; e se ne vorrà altre, basta che ella lo comandi.
Se mai mi fia possibile di avere un'esattissima cognizione di tutte le più fedeli e puntuali notizie sopra la vita del famoso caro amico defunto, io glie le trasmetterò, perchè ben merita che sia scritta la sua vita e l'eccellenza del suo talento.
Le sono sommamente tenuto dell'espressioni gentilissime, in che nell'ultimo della sua lettera a mia confusione s'esprime, toccante il genio di vedermi in Firenze. Io non le cedo in questo desiderio, perchè muoio di voglia di conoscere d'appresso un padrone che tanto stimo e considero. Di mettere in effetto tal nostra reciproca brama, ne siamo perciò ambi con la stessa reità colpevoli, perocchè ben anch'ella poteva, e può venire a Venezia, se non ad ammirare Farinello e la Cuzzona, bensì il nostro Tiziano, Paolo e Tintoretto, e darmi il piacere di quivi vederla e servirla.
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