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      Se nel far il sopraddetto disegno in vece di s. Ilario mi cadesse sotto la mano qualch'altro pensiero di simil grandezza, e che mi desse più nel genio di fare, mi dica se a lei ciò importerebbe, per non dipartirmi dal suo gusto, ec. E col rassegnarle i miei umilissimi rispetti, mi dico, ec. Verona, li 26 ottobre, 1730.
     
     
      LXXXIX.
      Antonio Balestra al sig. Cav. Gabburri.
     
      Pur troppo VS. ill. la discorre bene in proposito della pittura che in oggi vediamo andar declinando al maggior segno; pur troppo è vero che non si veggono nè dall'accademie di Roma, nè di Bologna, e nè anco di queste parti, risorgere successori alli celebri maestri antepassati; quandochè li pittori d'oggi dì hanno maggiormente largo campo, e dovrebbero di necessità superare di gran lunga gli antecessori. Poichè se quelli con lo studio loro sono arrivati a far tanto, e pur essi allora non avevano sotto l'occhio altro che la pura natura, e qualche avanzo di statue degli antichi Greci, che di quando in quando s'andavano discoprendo e disotterrando; questi di presente, oltre la medesima natura e l'istesse opere de' Greci, ancora in maggior copia, han di più l'aiuto dell'infinite opere lasciate al mondo da tanti insigni maestri di tutte le scuole, e di tanti libri doviziosi d'insegnamenti; sicchè con tutti questi appoggi che maggiormente facilitano la strada, dovrebbero tanti e tanti far opere pellegrine da far stupir il mondo, e pure se ne restano addietro. Convien pur dire derivar il male, che di presente non si studia più con quel metodo che si faceva allora, o, per dir meglio, non si studia punto, nè si cerca andar dietro alli precetti da' detti antichi maestri lasciati, tanto in iscritto, quanto messi in pratica nell'infiniti belli esemplari delle loro opere; ma da tutti, non si osservano, e tutti non se ne curano, anzi alcuni (e questo è lagrimevole) per altra strada vanno dietro al loro genio e capriccio(170), col cercar di farsi taluno delle maniere ammanierate, fantastiche e ideali, lontane dal vero, il che non serve ad altro che a coprire con un'apparente macchia che dia nell'occhio, quella total mancanza de' veri fondamenti; e, quel che è peggio, dalle massime stravolte d'alcuni vengono a guastarsi li scolari, e quelli che non hanno cognizione; e così la povera pittura va dove può andare.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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