Verona, li 9 novembre, 1730.
XC.
Antonio Balestra al sig. Cav. Gabburri.
Mi perviene il compitissimo foglio di VS. ill. dopo che già le scrissi la ricevuta del pacchetto di libri e stampe mandatemi per mezzo del sig. Boschetto di Venezia; ma son restato sorpreso nuovamente in vedere dalla lettera sua, che di tuttociò me ne fa un regalo. La mia intenzione non era che ella s'incomodasse a questo segno, ma la gentilezza sua con tal generosità e puntualità mi ha sopraffatto all'eccesso; io perciò ne risento un particolare e ben vivo motivo d'obligazione, ma il mio maggior dolore è il vedermi ora costituito in grado di non poter corrispondere con altrettanta puntualità verso di V. S. ill. col promessole disegno, il quale ho già principiato, ma, come le ho detto, conviene che vada prevalendomi del tempo, quando, e più che ne potrò avere. Non dubiti che ne avrò tutta la premura, e l'avrò a cuore e non me lo scorderò. Non posso poi a bastanza esprimerle quanto mi piaccia sempre più la peregrina invenzione, e viva espressione della stampa mandatami dell'opera di Giovanni da s. Gio.; e tutti quei che la vedono, la lodano al sommo. Mi figuro anch'io, che dipinta deve esser una cosa molto bella e di buon gusto; e quantunque di quest'uomo non mi sovviene d'aver veduto altro dipinto che l'opere nella tribuna della chiesa dei SS. Quattro in Roma, ove mi ricordo fra l'altre il Martirio di certi santi molto ben espressi, e di buon modo dipinti e condotti, che mi piacevano assai; non di meno perciò l'ho sempre tenuto e considerato per un valentuomo, ed un gran frescante.
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