Son già molti anni che monsù Boyer, consigliere del parlamento di Provenza, fece intagliare i quadri del suo gabinetto da un certo Colmans, intagliatore fiammingo, che egli fece venire apposta ad Aix. Questa raccolta di stampe non è molto comune, perchè egli solamente le donava. Al presente io intendo che il suo figliuolo ne ha fatti tirare molti esemplari, e probabilmente sarà quella raccolta di cui vi parla il marchese Riccardi. Se voi volete che io ne dica il mio sentimento, ella non è una cosa molto eccellente. Le migliori stampe consistono in qualche quadro di Michelagnolo da Caravaggio; Benedetto Castiglione e Monsù Burdon; il resto è quasi tutto di maestri moderni, che non sono certamente di prima classe; e se ve n'è qualche pezzo che porti il nome dei più illustri pittori d'Italia, si vede facilmente che queste stampe non sono ricavate se non da quadri supposti, e che voi altri chiamate pasticci. Voi non dovete più stare in pena delle stampe che mi ha portate Marco Cardinali, maestro di casa del cardinal Maffei. Io ho avuto l'onore d'avvisarvi in una lunga lettera dei 15 d'ottobre che io le ho ricevute. Questa lettera io l'ho indirizzata secondo il vostro ordine, al signor Giuseppe Spuntone, che fa gli affari della corte di Toscana in Lione, e io non dubito che egli non ve l'abbia fatta ricapitar subito. Egli l'avrà messa nel plico della corte diretta all'abate Pennetti, che mi si è offerto con la maggior cortesia del mondo di prender le mie lettere e di ricapitarmi quelle che voi mi manderete sotto la sua coperta.
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