Subito poi messe mano a fare, secondo la sua usanza, il modello in grande del prefato bassorilievo, e nello stesso tempo ricevette dal marchese Grimaldo, segretario di stato del re Cattolico, una lettera a nome di sua maestà, molto onorifica, in cui rinnovando al Rusconi la commissione di quest'opera, faceva una decorosa e magnifica menzione della sua eccellenza, e della stima che il re ne faceva; dicendo d'ascrivere a sua particolar fortuna il poter avere tra le sue rarità un lavoro illustre d'un sì gran valentuomo. Nel 1727 restò finita questa bella opera, e allora fu che al suo studio concorsero a gara tutti i cardinali, la prelatura e il baronaggio, e tutti gl'intendenti per vedere questo superbissimo bassorilievo, dolendosi per altro ciascuno che la città di Roma ne dovesse rimaner priva. Maggior fu poi lo stupore con cui fu ammirato in Ispagna, e il gradimento col quale fu ricevuto; il che apparve dalle lettere che a gran suo onore ricevè da tutta quella corte. Appresso rivolse l'ingegno e lo scarpello industre a formare il Deposito al real principe di Polonia, collocato nella chiesa de' Cappuccini di quest'alma città. Sono bellissimi due Putti, l'uno de' quali tiene la face spenta colla sinistra, mentre con la destra si sostiene la guancia, Di lagrime atteggiato e di dolore, come dice il nostro Dante; e l'altro ha il baston di comando, e finge con la man dritta di sostenere in alto un medaglione, dove è effigiato di bassorilievo in mezza figura il medesimo principe. Posano questi Putti sopra una grande urna, dalla quale scappa l'aquila bianca, stemma di quel regno, che tiene con molta grazia un serpe avvolto in cerchio, simbo
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