Si ricorderà VS. ill. che scompiglio fu per Roma la mattina seguente, quando si seppe questa morte. Ma pure gli accademici, quantunque afflitti e sconcertati, procurarono di farsi coraggio, e per esser il tutto preparato, proseguirono il già stabilito, e fecero l'accademia, la quale riuscì nobile e splendida, ma piena di mestizia, tanto più che e l'oratore e i poeti rinnovarono la trista memoria di questo infortunio nelle loro composizioni. La mattina appresso fu il suo cadavere portato basso dagli accademici con gran concorso alla chiesa de' Cappuccini, dove gli fu data sepoltura. Queste son tutte quelle notizie che in esecuzione dei comandi di VS. ho potuto raccogliere, scritte come ho saputo, non come avrei voluto; ma ella sa che la mia mano maneggia i ferri e non le penne. Non dirò che ella compatisca la semplicità dello stile, perchè questa a una lettera non si disconviene, ma bensì la rozzezza, la quale non ci avrebbe luogo, quando io avessi avuto l'abilità di ripulire questa lettera. E pieno d'ossequio, resto, ec. Roma, 10 gennaio, 1732.
XCVII.
Aureliano Milani al sig. Cav. Gabburri.
Avendo veduto il signor Bernastat, eccellentissimo musico, dopo molti discorsi mi motivò come VS. ill. mi aveva scritto tempo fa, e che io non le avevo dato risposta, donde restai molto mortificato, essendo proceduto questo mio errore dal non mandare a vedere alla posta di Firenze se vi sono mie lettere. Pertanto io le rinnovo la mia servitù in offerirmi a VS. ill. nuovamente alli suoi stimatissimi comandi, e sto attendendo ansiosamente di obbedirla in tutto ciò che mi trova abile nella professione della pittura e del disegno.
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