Certo si è che le carte che sono nel Dante, impresso per Niccolò della Magna, non le posso credere di Maso Finiguerra; prima, perchè osta ciò che dice il Vasari, che vuole che le facesse Sandro Botticelli; e poi perchè, se fossero d'intaglio di Maso, di quella prima maniera, tirate a caso con un rullo, sopra carta umida, dovrebbero essere più rozze e goffe. E che le carte che son in detto Dante, siano di Sandro Botticelli sopraddetto, per finire di restarne persuaso basta confrontare quelle figurine che sono in dette stampe, con quelle figurine che sono dipinte nella tavola dell'altare alla cappella della nobile famiglia Palmieri, discendenti dal famoso Matteo Palmieri, di cui vi è il ritratto insieme colla sua moglie, ambidue inginocchioni. Questa tavola è nella chiesa di s. Pier Maggiore di questa città. Nell'osservare la detta tavola si vede subito la stessa maniera in tutte le sue parti, corrispondente alle dette carte. Bene è vero che la b. m. del celebre sig. abate Antonmaria Salvini diceva per cosa certa che vi era un Dante colle figure di Maso Finiguerra; e ciò mi viene asserito tanto dal sig. Gaetano Bernestadt, che dal signor dottor Biscioni, che dicono di averglielo sentito dire più volte. Ed io posso dirvi che appresso di me tengo alcune carte che vanno ad ogni Canto della Commedia di Dante, le quali sono in tutto e per tutto diverse da quelle che si dicono, e sono di Sandro Botticelli, ma non vi è nè nome, nè cifra, nè millesimo, e siccome sono di maniera assai più rozza e cattiva, può essere che sian quelle che vanno in quell'impressione del Dante, mentovato già
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