In oltre, che la carta suddetta dell'Assedio di Piombino sia stata intagliata da Livio Meus, si riconosce chiaramente da ciò che ne dice Filippo Baldinucci nella Vita di Stefano della Bella, nel suo libro intitolato: Cominciamento, e Progressi dell'Arte dell'Intagliare in Rame, a carte 71; dove discorrendo che la casa di Stefano era il ricetto di moltissimi virtuosi, dice così: Vi si portava ancora il sopra nominato Livio Meus, appunto tornato di Roma, ove con precetti del Cortona aveva fatti gran progressi in Pittura, senza però divertire il corso al suo bel genio d'inventare e disegnare in piccolo; onde essendo l'anno 1650 occorso il caso dell'Attacco del forte porto di Longone, tenuto da' Francesi, ed assediato e ricuperato valorosamente dalle armi spagnuole, entratevi il giorno de' 15 d'agosto, esso Stefano e Livio intagliarono all'acquaforte due bellissimi rami, il primo (cioè Stefano) rappresentò l'Attacco di Longone, ed il secondo (cioè Livio) il posto e città di Piombino; con quel che segue. In detta carta, che appresso di me conservo freschissima, non ho mai saputo ritrovare la solita cifra di Stefano della Bella, nè immediatamente dopo le ultime parole della dedica, nè in altro luogo, e pure è noto a tutti che Stefano la metteva in tutte le sue carte. Ma nella carta di che si tratta, non vi può mai essere la detta cifra, atteso ciò che con tutta chiarezza dice il soprammentovato Filippo Baldinucci.
Fra le stampe che sono nel nostro Breviario, stampato in questa Stamperia Reale, le due stampe che vengono da Livio Meus, sono state ricavate in disegno da Francesco Salvetti, scolare del Gabbiani, da due dei quattro quadri di mano di detto Livio.
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