Io avevo disegnato di tradurlo in franzese, ma la difficultà di questo lavoro me n'ha fatta passar la voglia. Io ho riscontrato qualche articolo, e io l'ho trovato o falso, o alterato. Bisognava dunque fare de' nuovi estratti, il che non permettevano l'occupazioni del mio trafico. Io vi esorto a intraprendere questa fatica, che in verità è degna di voi. Se io posso dal canto mio aiutarvi per quel che riguarda la scuola di Francia, lo farò con tutto il cuore. Io ho l'onore d'essere, ec. Parigi, 1 giugno, 1733.
CXII.
Antonio Balestra al sig. Cav. Gabburri.
Il signor Pecchio ha principiato un piccolo paesino da mandar costì per saggio, ma non so se così presto lo potrà terminare perchè è occupato in un impegno premuroso di due quadri per un cavaliere Veneto, che non li può abbandonare; però tutt'il tempo che potrà rubare lo impiegherà per poterlo compire più presto che gli sarà possibile, e così vedrà di far anco il disegno desiderato, come parimente mi ha detto di farlo il signor Cignaroli, il quale a buon conto ha fatto in disegno il suo ritratto, che appunto me lo fece vedere ieri, che veramente ha fatto un bel ritratto in una positura spiritosissima e bizzarra, che spero che le piacerà, avendovi introdotto anco la cetra per alluder al genio della poesia. Sospende il mandarlo per sino che avrà fatto il disegno, per mandarle il tutto unitamente, come ella ordinerà. Intanto al medesimo, come VS. ill. m'ha imposto, ho fatto il passaggio accennatomi per sua parte, e m'ha imposto di riverirla distintamente per nome suo, col renderle infinite grazie delle cortesi esibizioni che ella gli fa.
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