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      Notisi qui che io non mi sono vergognato, come il Bellori, di trascrivere tal quale il passo del Vasari, dovendosi trascrivere tali e quali i passi degli autori, e non variarli o alterarli o rimodernarli; e però dove il Bellori fa dire al Vasari: per non aver sperimento nei colori, il testo originale dice: per non aver sperimento ne' colori a fresco; dove egli scrive, e che dovesse riuscire inferiore a quelle di Raffaello; il Vasari dice, e che dovesse riuscire da meno che Raffaello; dove finalmente il Bellori ci dice: almeno non avessi ad incontrare la totale approvazione del Papa, il testo dice: il facesse sdegnare per ogne modo col Papa, per tralasciare tant'altre alterazioni e mutazioni del testo fatto dal Bellori, come di minore conseguenza, ma che però sono condannabili perchè dimostrano da vero malignità e livore; e se tanto non si vuol dire, per lo meno doppiezza, o non tutta la sincerità manifestano.
      Col qual testo del Vasari pretende il Bellori che una sopraffina calunnia s'appiccichi dal Vasari a Bramante e Raffaello, della quale gli vuole affatto innocenti, sì per la loro morale virtù, sì pel favore che presso il Pontefice da essi si godeva, e sì finalmente perchè a Giuliano da s. Gallo debbasi attribuire il consiglio, e non a Bramante e Raffaello, appoggiando una tale asserzione ad altro passo del Vasari nella Vita di esso Giuliano, che è il qui sotto notato, e per cui dal Bellori si vuole il Vasari a sè stesso contraddicente.
      Avea intanto Bramante condotto a Roma Raffaello da Urbino, e messelo in opera a dipignere le camere papali, onde Giuliano(229) vedendo che in quelle pitture molto si compiaceva il Papa, e che egli desiderava che si dipignesse la volta della cappella di Sisto suo zio, gli ragionò di Michelagnolo, aggiugnendo che egli aveva già in Bologna fatta la sua statua di bronzo, la qualcosa piacendo al Papa, fu mandato per Michelagnolo, e giunto in Roma allogatagli la volta della detta cappella, ec.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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