), dovrebbono i professori maestri, dopo che i loro discepoli abbiano istruiti nel disegno e nel dipinto, istradarli in quelle vie ove gli scuoprono inclinati, e su lo studio di quelle maniere cui gli conoscono portati dal loro talento. Per l'altra parte, non dovrebbono i giovani contentarsi di quel poco che sotto il loro maestro vanno apprendendo, e giunti a qualche franchezza di disegno e di colorito, allora tempo sarebbe di fare i suoi studi sopra le opere insigni de' valenti antichi maestri, e con osservazioni attentissime render gravida, dirò così, la loro fantasia delle qualità più nobili, specifiche ed ammirabili che nell'altrui opere e maniere scoprirono; onde poi in operando, la maniera di quello seguire nel far delle pieghe, se panni dipingono; la maniera di quell'altro nel disegnare il nudo, se nudi formano; la maniera di questo nello esprimere gli affetti, se azioni rappresentano; or l'una insomma, or l'altra delle belle qualità imitando, che sì vaghe e nobili rendono le maniere altrui. Il perchè dir solea il mio buon padre Giuseppe Crespi (che pure in cotal professione nome e fama di valente maestro ha ottenuto), solea, dico, dire, che bisogna che la mente di un pittore sia una galleria, e che uno non potrà mai riuscire uomo grande in cotal arte, quando non abbia nel dipignere dinanzi alla fantasia, come se le vedesse, le maniere dei valentuomini che abbia profondamente studiate.
Ma come, a dir vero, potranno eglino studiarle i giovani de' nostri dì, se i luoghi più celebri di questa mia, al pari di qualunque altra, inclita patria, della operazione dei più rinomati professori a dovizia ornati e ricolmi, veggonsi, con pena e dispiacere delli intendenti, abbandonati, e solitari, senza mai vedervi un amoroso studente cha le ricopi?
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Giuseppe Crespi
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