Sebbene che dissi, le ricopi? dir anzi doveva, che si degni solamente d'osservarle? Quando (per non riferirmi a' tempi da noi molto lontani), quando a' tempi della fioritissima scuola di Carlo Cignani, si sono veduti ed il celebre claustro di questo nobilissimo monasterio di s. Michele in Bosco, ed il celebre tempio della Pietà, altrimenti detto de' Mendicanti, e la nobil chiesa di s. Gregorio, ed il ricco tempio di s. Giorgio, e quello di s. Gio. in Monte, e quello di s Agnese, e quello della Certosa, e tanti, e tant'altri cospicui luoghi di questa città, ricchi delle più celebri opere degl'insigni maestri della scuola bolognese, che per brevità qui non annovero, sempre ripieni di studiosi amorevoli giovani, i quali da quelle, quasi api ingegnose, seppero trarne sugo a loro vantaggio e decoro di questa scuola, e per questo si videro sortirne i Crespi, i Franceschini, i Viani, i Creti, un Giuseppe del Sole, un Luigi Quaini, un Iacopo Parolini, e tant'altri, che a sè ed alla patria nome e lustro acquistarono.
Ma torniamo al Bellori: se Raffaello, tosto uscito dalla scuola di Pietro Perugino suo maestro, fossesi a Roma portato, e a lavorare le note opere si fosse posto, potrebbesi dire col Bellori ch'egli solo col volo del proprio ingegno si sollevò(241) sopra la maniera de' vecchi pittori, e di Pietro Perugino suo maestro, da cui ebbe dipendenza nel suo operar primo; ma siccome, uscito dalla scuola del Perugino, stette molto tempo in Firenze, e studiò sopra la maniera di Lionardo da Vinci, come il Vasari il racconta nella Vita di lui alla pag.
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