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      Or quale difficoltà v'ha egli più, che dal Bonarroti non apprendesse Raffaello il vero lume, onde ingrandire la sua maniera, e renderla più maestosa senza deterioramento della sua gloria?
      Che se poi, per ultimo, il Vasari, nel descrivere le storie dipinte da Raffaello, l'una all'altra antepone, e questa a quella pospone, un'esatta ordinazione di tempo non osservando, come si pretenderebbe dal Bellori, questa non è da dirsi confusione di cose che meriti taccia o riprensione, poichè se vi è nelle camere dipinte in palazzo notato l'anno in cui furono da Raffaello lavorate, come accenna il Bellori (cui voglio credere), ha creduta il Vasari superflua una tale cronologica descrizione; nè il Vasari ha mai preteso, nè si è proposto di osservare un ordine cronologico esatto, come chiaramente apparisce in tutta la suddetta Vita di Raffaello; nel descrivere la quale, siccome tutte le altre vite, alcun ordine non si prefisse, e però non potrà dirsi mai che il Vasari in ciò siasi contradetto, e trasportato fuori del vero calle, come il Bellori tante volte decanta, ed alla pag. 219 arditamente ci manifesta.
      Tempo è omai di mantenerle ciò che, e nella passata mia sul fine, e sul principio di questa, le ho promesso, cioè di osservare maggior brevità che nell'altra io facessi. In altra mia adunque mi riservo a notificarle altri scoprimenti che io sulla detta opera anderò tacendo, ed intanto, supplicandola della continuazione della sua grazia e buona amicizia, con ogni rispetto mi confermo, ec.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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