.. e nel brieve racconto della Vita di lui chiama le opere sue, ora opere mirabili.... ora opere maravigliose..... ora gemme rare.... come si legge alla pag. 315; e cosa rarissima e maravigliosa chiama un'altra opera sua alla pag. 316.
Parlando poi del Ginnasio d'Atene, dice: Qui troppo lungo sarei, s'io volessi partitamente raccontar l'eccellenze di quest'opera, poichè sono infinite: e basti il sapere ch'ella è di Raffaello da Urbino... così alla pag. 316, e che il Papa, veduta questa, fece gittare a terra tutte le istorie degli altri maestri antichi e moderni.
Parlando della tavola nella chiesa d'Araceli, scrisse alla pag. 318, che non si può mai lodarla abbastanza: della storia di s. Pietro in carcere, disse alla medesima pag.: mai non fu veduta la più simile, e meglio fatta di quella....
La tavola di s. Sisto in Piacenza chiamò opera rarissima, e singolare; così a cart. 321, cosa maravigliosa chiamò il s. Michele fatto per lo re di Francia; e finalmente si dichiara di non estendersi più innanzi nelle sue laudi, perciocchè il nome suo solamente manifesta le sue virtù.
Or io chieggo umilmente al mio caro riveritissimo monsignore, se possa dirsi che questo autore abbia preteso di torre dal cupo di Raffaello gli allori, e ornarne le tempia di Michelagnolo.
Ma andiamo avanti; parlando il Borghini alla pag. 40 dice (sebbene fa parlare un terzo): Mi ricordo aver letto un dialogo di M. Giovan Andrea Giglio da Fabriano, nel quale egli dimostra molti errori de pittori, fatti nell'invenzione, e particolarmente di Michelagnolo nel suo maraviglioso Giudizio; e tali errori di Michelagnolo sono da lui replicati alla pag.
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