Perciò la perdita sua ha da rincrescere non pure a' parenti e agli amici, ma alla nostra città, e a tutti gli studiosi di sì nobil arte. Io ne sento, come che io sia qui in fatti, un dispiacere straordinario; e ne do questo distinto conto a V. S. acciocchè ella si contenti di fare sapere il caso della morte a suo fratello a Bologna, e al sig. Ludovico a Piacenza, perchè gli hanno ben scritto questa sera che l'avevano come per disperato; ma per essere lontani dalla posta, hanno pregato me ch'io dia avviso della morte. Piaccia a Dio di avere l'anima sua, per sovvenire alla quale non si mancherà punto di messe e di suffragi; siccome non si è mancato al corpo di medici e di medicine, e qui con ogni affetto a V. S. bacio la mano, ec. Di Roma, il 15 di luglio, 1609.
CXXIII.
Pietro Paolo Rubens al sig. Francesco di Quesnoy.
Io non so come spiegare a V. S. il concetto delle mie obbligazioni per li modelli mandatimi, e per li gessi delli due putti della inscrizione del Vanden nella chiesa dell'Anima: e molto meno so spiegare le lodi della loro bellezza; se li abbia scolpiti piuttosto la natura che l'arte; e 'l marmo si sia intenerito in vita. Sento fin di qua le lodi della statua di santo Andrea, discoperta in questo tempo, e io in particolare e in universale con tutta la nostra nazione ce ne rallegriamo con lui, partecipando insieme della sua fama. Se io non fossi ritenuto e dall'età e dalle podagre, che mi rendono inutile, me ne verrei costà a godere con la vista, e ammirare la perfezione di opera sì degna.
| |
Bologna Piacenza Dio Roma Paolo Rubens Quesnoy Vanden Anima Andrea
|