Pagina (344/396)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Alcuni giudicano per ordinario senz'altra ragione che di quello che loro piace o non piace, e talora, legando l'affetto col fare d'un maestro che diede loro una volta nell'umore, ogn'altra buona maniera disprezzano. Alcuni vogliono nelle pitture scuri profondi, altri caricature smoderate, altri accesi colori, sforzature di membra, e simili. Ad altri piace un bel tocco di pennello senz'altro più; ed altri finalmente son così ciechi che solamente vanno dietro alle grida; e se non fosse per dire una bassezza, io porterei in proposito di questo ciò che pure m'intervenne una volta con un tale che voleva che se gli credesse che una certa brutta pittura che egli aveva in sua casa, fosse di propria mano d'Andrea del Sarto, mentre egli ne recava per prova la sentenza d'un dottore principale, a cui egli l'aveva fatta vedere. Ciò sia detto per escludere dalla nostra disputa tutti costoro, de' quali io non intendo parlare, come di periti o dilettanti, ma d'ogn'altro che abbia le qualità ch'io dirò nel proseguire il discorso.
      Mi si fa avanti in sul bel principio quel detto di Quintiliano(260): Docti rationem artis intelligunt, indocti voluptatem; e in termini più stretti, quell'altro di Plinio il Giovane(261): De Pictore, sculptore et Fictore, nisi artifex judicare non potest. Ora s'io volessi, come si suol dire, giurare in verba magistri, sarebbe la disputa bella e finita; e però siami lecito prima il dir qual cosa di ciò che si potrebbe apportare in contrario. Dice Galeno(262) che la mano è un organo che può supplire a tutti gli strumenti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





Andrea Sarto Quintiliano Docti Plinio Giovane De Pictore Fictore Galeno