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      Io so da chi lo sa, che Pier Francesco Mola, discepolo dell'Albano, dipigneva alcuni paesi con grande studio, poi gli faceva copiare a suoi scolari, gli ritoccava di sua mano, e tali copie mandava in diverse parti. Vedonsene de' discepoli d'Andrea del Sarto, e nel nostro secolo di quelli di Guercino(267) e d'altri molti.
      Di più, quante, e quali copie si son vedute per la Lombardia fatte per istudio nel tempo de' lor primi fervori da Annibale e Agostino Caracci, cavate da pitture di Tiziano, del Coreggio e del Parmigiano, gli originali delle quali, stetti per dire, poteron bene esser più antichi, ma non più belli? Vi son poi stati uomini di particolar talento nel copiare, come Cesare Aretusi, ed il nostro Andrea Comodi, che eccellentemente contraffecero l'opere del Coreggio. Quei soli che uscirono della scuola de' Caracci, che impareggiabilmente copiarono l'opere loro, come fu Lucio Massari, furono moltissimi; Guido copiò opere di Raffaello egregiamente(268), siccome ancora quelle del Caracci suo maestro. E per esemplificare anche nel più antico, è notissimo il caso raccontato dal Vasari nella vita d'Andrea del Sarto, di quanto occorse intorno alla maravigliosa pittura di Raffaello, che oggi si trova nella tribuna della real galleria del Granduca, dove è ritratto papa Leon X, in mezzo al Cardinal Giulio de' Medici e il Cardinal de' Rossi, che per salvarla dagli ordini di Clemente VII, che l'aveva destinata in dono a Federigo II, duca di Mantova, fu da Ottaviano de' Medici fatta ricopiare dal sopra nominato Andrea del Sarto, e fu la copia mandata al duca, appresso al quale, benchè vista e rivista da Giulio Romano, discepolo dello stesso Raffaello, restò in istima d'originale sin tanto che il medesimo Giorgio, allora fanciullo(269), che s'era trovato a vederlo copiare da Andrea suo maestro, rivedendolo in quella città, ogni cosa scoperse.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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