Dico dunque che tali osservazioni son le regole ordinarie delle quali si vagliono i periti per giudicare se le pitture sieno originali o copie. E perchè anche nelle cose umane è necessaria la fede, soggiungerei, che allora potesse quietarsi chicchessia, quando dell'avere, o non avere la pittura le qualità predette venisse accertato da chi bene le fa conoscere. Ma il male si è che pochi son quelli che vogliano in casa loro, e sopra i quadri che ei posseggono, una così sottile esamina, anzi molti, che hanno pitture, che per sentenza di lor cervello chiamano originali, volontariamente s'ingannano, e molto rincrescerebbe loro l'esser disingannati; che però, con una certa ostinata fermezza nel lor parere, amano anzi d'esser tenuti goffi, che poco intelligenti. E passiamo al terzo quesito.
Uno de' più insopportabili, e anche più praticati errori che pervertiscano il senso de' curiosi amatori dell'arti nostre, è il ricercare con industria le pitture de' gran maestri, non già per impacciarsi col meglio, ma solo perch'elle uscirono dai lor pennelli, ed ha per ordinario la sua radice nell'ignoranza, mercecchè non avendo questi tali occhi bastanti a saper dar giudizio del buono, e volendo pure dar sentenza, si gettano a spacciare il nome del maestro. Dunque fa di mestieri pure una volta correggere alquanto la falsa apprensione di costoro, prima di rispondere alla cosa domandata, cioè,
Se vi sia regola per affermare con certezza, se una bella pittura sia stata fatta dalla mano d'uno o d'un altro maestro, e quando questa pure non vi sia, qual sarà il modo più sicuro di fondare alquanto bene il proprio giudizio.
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