Non ha dubbio alcuno che, siccome chi va in cerca di fiori, non ricorre ai roghi ed all'ortiche (non già che punto egli curi di cogliergli nel giardino del re, o in quello d'un privato, pur ch'ei sieno belli e odorosi), così chi vuol far procaccio d'ottime pitture, dee far ricorso alle maniere dei gran maestri, che son per ordinario l'officine in cui tal mercanzia si spaccia; ma non ha da stare in ciò così legato, come se fuor di quelle che usciron da i lor pennelli, non se ne trovassero tali, o pure essi talvolta non ne avessero fatte alcune poco degne d'esser ricercate. Gli occhi, e non gli orecchi deon chiamarsi a consiglio per dar giudizio delle buone pitture, e nel far di loro elezione. Che importa a me il saper di certo per attestato di tutto il mondo, che una pittura sia stata fatta per mano di questo o di quell'altro rinomatissimo artefice, s'ella non mi piace, e non è da piacere? Molto si rise un nostro poeta(271) fiorentino degl'ingegni de' suoi tempi, allora che, avendo egli composto un sonetto in bello stile, e datolo fuora per composizione dell'eruditissima Marchesa di Pescara, in un momento se ne sparsero per la città più di cento copie, cosa che egli non avrebbe potuto giammai aspettare del più nobile componimento che egli avesse fatto veder per suo; ond'egli in un'altra composizione accomodò quel proverbio, che non più il vin, ma beonsi i paesi. Hanno elleno forse le mani, i pennelli, i colori, le tele de' maestri rinomati una tal virtù, che basti a far miracoli, onde null'altro abbisogni, a chi l'ha, per poter dire di possedere un tesoro, che il sapere ch'elle uscirono dalle lor mani? no per certo, onde bisogna pure in fine, o vogliasi o no, tornare ad un principio, che tanto è preziosa una pittura, quanto ell'è bella, e ridotta in ogni sua parte a quell'eccellenza, alla quale ha per fine di portarla l'ottimo artista colla mano che obbedisce all'intelletto.
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Marchesa Pescara
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