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      Ciò che ben si conobbe fra gli altri molti in Benedetto Caliari fratello del Veronese, ed in Carletto, figliuolo dello stesso, i quali tutti operarono con Paolo, nell'opere de' quali, benchè non si riconoscesse tanta grazia e vaghezza, non fu per questo che fusse reputata cosa da ogni pupilla il conoscere la differenza da queste a quelle dello stesso Paolo; difficoltà che si trova ogni giorno fino al presente, da chi non ha occhio perfettamente erudito, e non solo per ragione dell'imitazione delle maniere, ma perchè a tali pitture ha cagionato il tempo una certa pelle, o patina che noi vogliamo chiamarla, che le rende meravigliosamente accordate, e al primo incontro molto s'impossessa dell'animo de' riguardanti.
      Secondariamente si consideri che i pittori di gran nome in tanto hanno acquistato fama, in quanto egli hanno egregiamente operato; che è lo stesso che il dire che essi furon prima grandi nell'operare, e poi nel nome; e per ordinario l'opere che diedero loro il grido, furono quelle che fecero o poco prima, o poco dopo l'esser usciti della scuola del maestro, cioè in quel tempo che si chiamavano discepoli, ma veramente erano gran maestri. E mi sovviene a questo proposito, che Michelagnolo nella scuola del Grillandaio già disegnava sì profondamente, che ritoccò un disegno del proprio maestro così bene, che poi, tornandogli sotto l'occhio lo stesso disegno circa a 50 anni dopo, egli ebbe a dire che meglio sapeva di quell'arte in fanciullezza, che allora che egli era già vecchio.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





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