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      Da questa radical parola maniera ne viene ammanierato, che dicesi di quell'opere, nelle quali l'artefice, discostandosi molto dal vero, tutto tira al proprio modo di fare, tanto nelle figure umane, quanto nell'animali, nelle piante, ne' paesi, ed altre cose, le quali in tal caso potranno bene apparire facilmente e francamente fatte, ma non saranno mai buone pitture, sculture e architetture, nè averanno fra di loro intera varietà; ed è vizio questo tanto universale, che abbraccia, ove più, ove meno, la maggior parte, o quasi tutti gli artefici.
      Egli è dunque necessario che chi vuol farsi giudice delle maniere de' pittori, abbia vedute tante e tante pitture del maestro di chi egli vuol giudicare la pittura; che gli sia ben rimaso impresso nella mente tutto il suo fare; nè basterebbe, a chi volesse esemplificare nel nostro caso, la similitudine del carattere, il quale da ognuno si forma in un modo, ch'è proprio suo, e però è sempre in qualche cosa diverso da quello d'ogni altro; onde ben si riconosce da colui che ha in pratica i particolari scritti; la ragione è perchè nel carattere ci potiamo valere del confronto con altro carattere della stessa mano, parola con parola, e lettera con lettera, ma nella pittura non è così; conciossiacosachè ogni opera, e ogni parte di essa, se però non è una copia(272), sempre è diversa dall'altre, siccome anche diversi furono i naturali, l'idee del pittore, le vedute delle figure, e delle parti di esse.
      Osservi dunque il perito quei modi d'operare, che furono più familiari, e quasi del tutto abituali del pittore, come, per esempio, alcuni posarono il color vergine, senza confondere l'uno con l'altro, cosa che ben si riconosce nel secolo di Tiziano; altri l'hanno maneggiato tutto al contrario, come il Coreggio, il quale posò le sue maravigliose tinte in modo, che senza conoscervisi lo stento, le fece apparire fatte con l'alito, morbide, sfumate, senza crudezza di dintorni, e con un tal rilievo che, per così dire, arriva al naturale.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396

   





Tiziano Coreggio