per la stampa, prima da Maso Finiguerra, che quasi a caso ne scoperse i bagliori, poi da Baccio Baldini orefice, poi dal nominato Antonio del Pollaiolo, migliorato dal Mantegna in Roma, e poi da Buonmartino, e dai grand'uomini della Germania ridotto a perfezione, come io mostrerò altrove. E perchè questo? dica io, non per altra, a mio credere, se non perchè alle nostre arti ne venisse subito il gran bene che ci ha insegnato l'esperienza aver le medesime conseguito, mediante l'infinite copie che può gettare una stampa delle belle idee dei grandi artefici e de' lor mirabili componimenti. Anzi dirò più, che sonosi avute per così necessarie le buone copie alli studiosi, che non potendosi quelle così comodamente usare nelle sculture, non prima fu quell'arte ancora insieme con la pittura di nuovo portata alla sua perfezione, che fu posto in uso il formare i rilievi, gettando le statue di gesso per tramandarsi in varie parti; e si ha da buono autore, come testimonio di veduta, che delle statue così gettate del Laocoonte, dell'Erede, dell'Apollo, e dipoi di molte di quelle di Michelagnolo, si riempirono, per così dire, in un subito Milano, Genova, Venezia, Parma, Bologna, Firenze, Parigi, ed altre molte città desiderose di quelli studi, acciocchè facessero ufficio di tante copie tratte da quelli animati marmi. È anche cosa notissima che il celebre pittore Tintoretto empì di queste tali statue di gesso, formate sopra gli originali, il proprio studio, fra le quali ne furono alcune modellate dal Crepuscolo e dall'Aurora di Michelagnolo.
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