Chantelou aveva portato il suo da Roma nel 1640, che il cavalier del Pozzo gli aveva donato. Questa era una copia del mss. originale, dove il Pussino, per ischiarir il testo, aveva aggiunte le figure dove era di bisogno. Ma queste erano fatte a un sol tratto, e propriamente un semplice schizzo. Errardo fu incaricato di mettervi l'ombre, e darvi l'ultima mano avanti di consegnarle all'intagliatore. Vi aggiunse anche alcune figure che erano scappate al Pussino; il quale dipoi si dolse con ragione che i disegni erano tanto alterati nell'intagliarli, che egli non gli riconosceva più. Nel medesimo an. 1651, il sig. de Chambrai, fratello del sig. de Cantelou, ne pubblicò la traduzione francese. Par verisimile che questo Trattato su la Pittura sia lo stesso che un pittore Milanese avea fatto vedere al Vasari passando per Firenze, e che si disponeva a farlo stampare in Roma.
(135) Leonardo, cap. 5. 21, e cap. 44, 97.
(136) Gio. Batista Armenini: Veri Precetti della Pittura, lib. 2, cap. 5; in Ravenna, 1587. 4. Questo autore aveva intesa questa particolarità, per quello che dice, da uno scolare di Lionardo.
(137) Lionardo morì circa al 1518, e il Buonarroti cominciò l'opera del Giudizio nella Sistina nel 1533, sotto Paolo III.
(138) Cap. 24, 98.
(139) Il sig. Cooper, mercante di stampe a Londra, alcuni anni sono ne ha dato fuori un saggio. Questo non è altro che un frammento d'un'opera più grande sopra la Meccanica del Corpo Umano, ma che può servire a dare un'idea molto giusta di tutti i mss. di Lionardo che si conservano in Milano e altrove.
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