La prima era in mano di Francesco Melzi, la seconda disparve quando Luigi XII s'impadronì di Milano. Lomazzo, lib. 2, cap. 19.
(141) Vedi Lionardo: Trattato della Pittura, cap. 95.
(142) Gio. Batista Giraldi Cintio, nato in Ferrara nel 1504. Fu segretario del duca Ercole, e poi Alfonso d'Este. Le sue opere sono scritte con tutta eleganza. Quella che si cita qui, ha per titolo: Discorsi intorno al comporre de' Romanzi, delle Commedie e delle Tragedie, e di altre maniere di poesie. In Venezia, 1554, in 4. Il detto Giraldi morì nel 1573.
(143) Vedi il Lomazzo: Trattato della Pittura, lib. 9, cap. 4.
(144) V. il sig. Pites nelle Riflessioni in seguito della Vita di Lionardo, il quale de Pites cita il Rubens.
(145) Questa pittura non durò molto nella sua bellezza, perchè avendola Lionardo dipinta a olio sopra un muro d'un intonaco forte, l'umido rigettò ben tosto l'imprimitura e il colore, e la fece cadere sbullentando l'intonco.
In verità questa pittura stette perduta un gran pezzo senza che se ne vedesse nè pur un tratto, per essere stata coperta di sucidume. Ma alcuni anni sono fu pulita con gran cura e avvertenza, onde al presente un poco si gode. Nel palazzo Vaticano è rappresentata in arazzo, ma per l'antichità è tanto lacero che non se ne può più far conto veruno. Poi i PP. ne hanno tagliato o piedi del Cristo e d'alcuni Apostoli nel far una porta.
(146) In Francia ne son due belle copie, una sta a Parigi nella chiesa di s. Germano d'Auxerre, l'altra nella cappella del castello d'Escoven.
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