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      E qui pure, laceri e sanguinosi si ritraevano i soldati di Botta Adorno, cacciati a furia da un popolo che avea sopportati pazientemente i colpi di cannone e non volle sopportar quelli del bastone; d'un popolo che gettò il suo coltello nella bilancia in cui si pesava l'oro di Genova, e restituì genuflesso le chiavi della città al Doge, raccomandandogli di meglio custodirle per l'avvenire. E questo popolo, insospettito, appuntava poco dopo le artiglierie contro le porte del senato; ed ossequioso se ne ritraeva alla voce d'un solo cittadino, che ardì apporre alla bocca del cannone il suo petto immacolato, volendo prima cader morto, che assistere cogli occhi propri a quello scempio cittadinesco. Ma come discorrere le mille ricordanze che ad ogni passo ti si presentano?
      Se poi, spiccandovi dalla terra, volgete lo sguardo alle acque, a quella selva di antenne che, percorsi i mari piú lontani, qui convengono a fratellanza di commercio, subito vi ricorre che salparono da questo porto, figliuoli prediletti della vittoria, Oberto, Lamba, Luciano, Pietro, Andrea, tutti Doria, membri tutti d'una sola famiglia, che per fama non cederebbe a quelle dei Fabii, dei Scipioni, se a tanta gloria di ammiragli non fosse mancata la penna d'un Cornelio o d'un Plutarco; e specialmente a quel Pagano che vincitore nel Bosforo e nel golfo di Messene, morì povero, e fu sepolto a spese del pubblico, perché avea compartito ai soldati bisognosi tutte le sue ricchezze. E dove lascio Biagio Assereto, Ambrogio Spinola, e quel Serra che, nuovo Orazio Coclite, stette a fronte d'un esercito, e Te, o Colombo, grandissimo tra tutti i grandi, non meno illustre per eccellenza di cuore che per altezza d'ingegno?


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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