La notizia dell'accaduto gettò lo spavento ed una cupa costernazione in tutti gli ordini della città. Allora si conobbe lo stratagemma dei nemici e si tenne per micidiale.
La vista di un'immensa popolazione che trae anelante ai templi de' suoi maggiori; quegli archi, quelle vôlte che rimbombano e quasi tremano allo sparo delle artiglierie dei nemici; quelle voci innumerevoli che si innalzano in una sola preghiera da tutto un popolo, ridotto alla dura alternativa o del servaggio o della fuga; que' vecchi, cui troppo durò la vita, ed invidiano le sepolture dei loro amici che dormono sotto i lor piedi; quelle vergini che abbracciano impallidite i marmi degli altari; que' fanciulli che, fatti adulti, periranno, se magnanimi, sotto le scure dello straniero, o invecchieranno, come Tacito scrivea, per silentium; que' rintocchi delle campane lugubri, concitati, che suonano a stormo nell'ora d'una pubblica calamità, e invadono gli animi, strascinano la moltitudine qua e là ondeggiante come i flutti del mare, trepida, sconsigliata, quest'ora solenne e terribile è tale da svegliar nell'animo le piú eroiche risoluzioni, le piú energiche virtù cittadine.
È l'ora in cui i tredici abitanti di Calais si presentano, la fune al collo, dinanzi al trono dell'Inglese vincitore, ed offrono volontari la propria vita in salvezza della patria.
È l'ora in cui il greco Capsali appicca il fuoco alle polveri, e si seppellisce coi nemici sotto le rovine e tra le fiamme del tempio in Missolungi.
È l'ora in cui Pietro Micca, raccomandata la sua famiglia, salva, morendo, la capitale del suo re e forse l'Italia.
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