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Le valli del Bisagno e della Polcevera sono delle piú belle e rigogliose che i viaggiatori ricordino. Il facile pendio de' lor poggi sempre distinti di fiori, l'ubertà del terreno, i marmorei palagi disseminati per le digradanti colline, le vestono di tale incanto, che vedute una volta, piú non si scorda tanta armonia di natura, tanta lucentezza di cielo. E gli uomini...!! Gente piú coraggiosa e avventata dureresti fatica a trovare. Sembra che fuggito dalle cittadine mani il sacro fuoco abbia riparato tra i villici cui gelosamente conservano, fieri delle passate grandezze e delle nuove speranze. In essi soltanto ancor si perpetua il deposito delle patrie memorie, e udresti sul far della sera i piú canuti assisi sul loro piazzale raccontare a' figli e a' nipoti le antiche lor glorie, i privilegi e i diritti dell'Abate del popolo, e il dí che coll'impeto dell'uragano gittarono i loro padri dal collo il giogo straniero.
E chi può loro contrastare tai glorie? Genova spiegò alto il suo volo, quando diè luogo a popolar reggimento. Le sfolgorate vittorie contro Cipro ed Alfonso d'Aragona, il commercio del Levante sicuro, la conquista di Malta e dell'isole di Capo Verde, i trionfi di Meloria e di Curzola, Ottaviano Fregoso, Cristoforo Colombo e l'istesso Andrea Doria sono i miracoli della fazione del popolo. Ma Genova non ha ancora una storia che la purghi delle molteplici accuse che le appongono gli antichi patrizi o gli scrittori da questi assoldati. Oberto Foglietto che diè a quest'ultimo la preminenza sovra i magnati, venne cacciato in esiglio: Bonfadio, forse per l'istessa causa, fu spento.
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