Noi dunque la storia seguirem fedelmente ove ci paia coincidere a quanto noi raccogliemmo dal popolo, pronti a lasciarne le traccie ove parlino contro essa le tradizioni.
Il martirio d'un tintore di seta che informato a magnanimi sensi fu eletto a Doge dal popolo contro l'armi di Luigi XII, corrono belle di fama sulla bocca di tutti, e le sventure d'una fanciulla che morta d'amore, salvò la patria dall'ire del francese monarca, destano ancora sensi di commovente pietà.
II
La valle della Polcevera fu sempre congiunta alle nostre glorie e sventure. Percosso un terrazzano da Bartolomeo del Fiesco d'una guanciata, pronto com'era di lingua, diessi a correre le vie di Genova, incitando il popolo a trar dell'indegno oltraggio vendetta. Levatasi la città a tumulto, diè di piglio all'armi perseguitando la parte nobilesca, e raccoltasi nella chiesa di Castello, concesse la somma della cosa pubblica ad un magistrato di Otto che, ad esempio di Roma, furono chiamati tribuni del popolo. I quali, eretto il lor tribunale in faccia al Cleves, che allora in nome di Luigi XII governava la città, ardirono opporsi a' suoi divisamenti; indi, tratto a sé Carlatino, già chiaro per le battaglie combattute tra i Fiorentini e Pisani, gli affidarono il comando dell'armi e lo inviarono a tentare l'impresa di Monaco, che un Grimaldi avea smembrato dalla Repubblica. Il ceto de' nobili che dopo l'elezione de' tribunali si vedea chiusa ogni via di primeggiare, mandò legati al Re, scongiurandolo discendesse a punire l'enormità della plebe: non poter esso ormai per decoro di dignità e per debito di giustizia differire piú oltre il suo risentimento.
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