Ritiratasi in un suo palagio sulla riviera occidentale fra i balsamici olezzi degli aranci e de' cedri, altra compagnia non volle che l'imagine del suo monarca, altre consolazioni non chiese che le sue lettere. La sola speranza di presto avvicinarlo la ligava ancora alla vita.
Luigi dal canto suo desideroso di vedere l'amante, e nel tempo medesimo infellonito contro i Genovesi, s'avviava con numeroso corteo verso la cattedrale per render grazie a Dio della vittoria. E qui gli si offerse un grazioso e commovente spettacolo. Imperciocché una schiera di seimila verginelle bianco vestite, e colle treccie disciolte sopra le spalle, gittandosi a' suoi piedi, gli chiesero, con voci di pianto, misericordia e pietà. Ma egli scorso coll'occhio quell'esercito di giovinette, e non vedendo quell'una cui con tanto ardore anelava, chiuse il cuore ad ogni senso di perdonanza, e fatti innalzare mille patiboli, volle punire i rei, valersi del diritto della vittoria e spogliare i Genovesi del libero lor reggimento: senonché scese a più temperati consigli, non ignorando, dicon gli storici, che i popoli liberi piú facilmente si governano colla clemenza che non col terrore. Ma ben altra fu la cagione che lo spronava a perdonare alla ribelle città. Noi l'accennerem brevemente.
È notte — la terza notte che Luigi avea posto pié in Genova, né ancor Tommasina s'era offerta a' suoi sguardi. L'avrebbe forse ella per avventura sbandito dal cuore? avrebbe fatto lieto de' suoi teneri affetti un altro mortale?
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