Pochi istanti pria di morire, mi fe' tali parole: — La somma della genovese repubblica è in poter de' Francesi; ma questa terra fu sempre loro fatale, ed io veggio nell'avvenire un giorno orrendo in cui questo popolo porrà giù dal suo collo il giogo straniero, e Francia ne trarrà forse memoranda vendetta. Oh! se fosse allor vivo Luigi! egli avrebbe saputo perdonare ad una terra che fu patria ad una donna che l'amò... tanto! — Potete or voi, sire, ricusare di compiere il voto piú caldo ch'ella nudrisse sul letto di morte?
Cosí disse la Doria, e il re chiuso in un tempestoso silenzio, e cieco di mortale dolore, non battea ciglio, non formava parola. Il dí venturo venia proclamato il perdono; in tal guisa una misera giovinetta, morta d'amore, doveva, anche estinta, giovare alla salute della sua patria.
IV
Ma non tutti i fautori di moti popolari veniano compresi in questo indulto dal Re; che anzi comandò fosse dannato del capo Demetrio Giustiniano, e dichiarati rubelli i Tribuni ed il Doge. Il quale, conscio de' sobbollenti spiriti di Giulio II, e dell'ardore onde egli si adoperava a cacciare i barbari fuori d'Italia, avvisò portarsi a lui, e meditare insiememente l'ardito disegno. Né sarebbe andato fallito ove si pensi alla vasta mente di Giulio e alla valentia con cui un umile tintore di seta seppe guidare la cosa pubblica, se il tradimento che già avea dato in mano ai Francesi la sua patria, lui stesso non avesse venduto a' suoi nemici. Imperocché, appena ei vide disperate le cose, fuggì a Pisa per indi passare a Roma a dar proposito al suo maschio pensiero.
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