II
Ed appunto, quando i primi soffii invernali scuotono le ultime frondi agli alberi delle montagne, e la natura, iscolorita, conserva tuttavia una soave bellezza, quasi vedova che, deposto ogni ornamento, si fa bella del suo dolore, in quella stagione dell'anno cosí malinconica che la religione con pio e gentile accorgimento consacrar volle alla ricordanza dei morti, visitai la chiesuola di Ferrannia, e i selvaggi burroni di Montenotte, dove le aquile di Napoleone conobbero le proprie forze, e si ammaestrarono a piú largo volo. Si veggono ancora, tra la ricca vegetazione silvestre che riprese i suoi diritti, gli avanzi delle trincee, dei ridotti, dove migliaia d'uomini si urtarono con tanta furia, e dove il giovane pastorello mena adesso la sua greggia e scopre talvolta, tra i sassi e le boscaglie, ossa umane, elmi irrugginiti, spade infrante. Quante vedove, quante madri aspettarono a lungo mariti e figli, che or giacciono in queste glebe o in fondo di que' burroni travolti dall'acque montane, battuti dai venti! Qui si scontrarono la prima volta senza conoscersi, e qui senza odio si trucidarono! — Vedete, a poca distanza, sulla cima d'una collinetta soprastante a nero abisso, il castello di Cosseria, monumento del valor piemontese, castello di cui sorgono tuttavia alcuni enormi bastioni a perpendicolo sulla voragine. Piú basso, in riva d'un fiumicello, biancheggiano alcune casucce di contadini, alle quali sovrasta il campanile d'una chiesetta, che riesce sempre cosí pittoresca nel silenzio e tra il verde d'una foresta.
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