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      Entrò anch'essa la vecchia madre con un fascetto di legna e di sterpi raccolti per la collina, e ne accese prontamente un gran fuoco per riscaldarmi ed asciugarmi le vestimenta. Il patriarca della famiglia, che or dirò Antonio, con un atto pieno di candore e di gentile delicatezza, mi invitò a sedere, a partecipare alla povera loro mensa; ed io, pieno il cuore d'un sentimento indescrivibile, un misto di tenerezza, di gratitudine e quasi d'invidia a quella scena domestica, che mi rivelava tanta virtù, tanta felicità di vita sotto quell'umile casolare, sedetti e rincacciai dentro un sospiro cui nessuno pose mente. Contemplava tratto tratto la serena maestà dì quella fronte incanutita senza rimorsi; il pudico sorriso della villanella nel trinciare il pane a' suoi figliuoletti; la fisonomia aperta e vigorosa dei due giovani, contadini parci,
      infaticabili in tempo di pace, soldati intrepidi in tempo di guerra; e pensando a quel Sabino descritto da Orazio, il quale, vincitore d'Annibale, al cenno della severa madre porta a casa il fascio di legna, gli andava paragonando ai nostri lions, ai nostri eroi da teatro; ma Antonio, levandosi di tavola e raccogliendosi presso il fuoco, interruppe il filo delle mie riflessioni.
      — È tempo di novellette, pensai fra me stesso, facendo capolino da un fenestrello, e guardando l'aria nera e minaccevole che avvolgeva le cime di quelle montagne, tra il mugolare del vento nel fondo dei burroni. Antonio, come che avesse letto ne' miei pensieri:
      Questi monti e queste vallate, cominciò allora indirizzandomi il discorso, si ricordano di un'illustre signora che qui visse a lungo sconosciuta, e fu compagna de' nostri padri.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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