Eppure la era una gran dama figliuola d'imperatore! Mio nonno mi raccontava, e lo sapea da suo nonno — Dio li abbia in gloria! — che ella in povere vestimenta pascolava la greggia, lavava di propria mano i suoi pannolini e quelli di due suoi figliuoletti nell'acque del torrente; e che suo marito, illustre cavaliero di gran nome e di gran valore, lavorava nelle miniere di carbone, e col sudore della sua fronte procacciava, come noi, il vitto alla sua famiglia. — Voi che forse saprete leggere, soggiungea gravemente, l'avrete letto in un libro...
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E qui frugava nella memoria.
— "Troppo onore, risposi io tra me stesso; ma come si chiamava quella gran dama e quell'illustre cavaliero?
— "Adelassia ed Allerame.
— "Adelassia ed Allerame, ripetè sotto voce le buona vecchia, moglie del mio narratore, dandomi cosí ad intendere con una specie d'orgoglio innocentissimo, che anch'essa sapea assai bene quella novella.
— "Intendendomi un po' di lettura, risposi io volto ad Antonio, lessi appunto il nome di Adelassia in una lapide nella vostra chiesa parrocchiale.
— "Quella è una sua nuora qui sepolta, rispose il vecchio gravemente; cosí mi affermò il curato che sa leggere il latino, e quell'iscrizione è latina. Ma l'Adelassia, di cui vi parlo, giunse povera e sconosciuta su questi monti; e quindi, ritornata allo splendor primitivo, ne divenne signora e feudataria. Sebbene ella sia morta da gran tempo, poiché il nonno di mio nonno ne avea intesa la storia da un altro nonno, conserviamo tra noi, poveri contadini, la grata memoria della virtù di lei, de' suoi benefizi, ed insegniamo ai nostri figliuoli a benedirne il nome e pregare anche per lei nel giorno dei nostri morti".
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Allerame Allerame Antonio Adelassia Adelassia
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