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      Lo schietto discorso di quel contadino avea qualche cosa di sublime e di commovente; e quell'eloquenza, ispirata dal cuore, mi affascinava.
      La gratitudine è propria delle anime bennate e la piú bella virtù del povero, come la beneficenza è la piú bella virtù del ricco, pensava meco stesso. — Ma narratemi, buon vecchio, le avventure di questa Adelassia; ho per certo che il vostro racconto è piú umile e dilettevole delle tante scipitezze che formano la delizia delle sale, dove è raccolto tutto il bon ton, e dove l'annoiarsi è anche di bon ton. Ma il semplice contadino, che per sua buona fortuna non aveva udite mai siffatte parole barbaresche, senza badar punto al mio discorso, raccogliea tacito nella memoria le fila del suo racconto.
      Tutti si composero a un religioso silenzio; persino il cane, che facea parte della famiglia, accovacciato presso il fuoco, tendea le orecchie quasi anch'egli stesse in ascolto. Continuava intanto al di fuori quella pioggia autunnale, lenta, monotona, lamentevole tra il fruscio delle foglie che la bufera avea divelte e accumulate nei solchi; quella pioggia che t'empie l'anima di una soave tristezza, e che venne descritta con tanta armonia imitativa da un poeta moderno in quel verso:
     
      Melanconicamente i campi lava.
     
      III
     
      Udir novelle, ai focolari accanto,
      Degli avi antichi, inebriare il coreDel balsamo d'amore,
      Sono gioie per lui che non deviaDalla terra natia.
      L. SANI.
     
     
      La corte di Ottone il Grande, imperatore, s'ornava a festa; gli ambasciatori delle nazioni soggiogate traevano a' suoi limitari; ricchezze immense, frutto di gloriose vittorie, e tributi di popoli brillavano nelle auree sale, disposte intorno a trofeo.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





Adelassia Ottone