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      — "E voi, Cavaliere, soggiungeva la giovanetta, voi, splendore delle feste, gloria de' tornei, sospiro di tante illustri damigelle, come mai nutrite in animo cosí tristi sentimenti? Vi travaglia forse qualche secreto dolore, che io... che l'imperatore mio padre possa alleviare? Ottone saprà rimertare il valor vostro, procacciarvi una sposa degna di voi!...
      — "Oh Adelassia! amo, è vero, una creatura piú che terrena; ma l'amore che mi divora è sepolto dentro il cuore; follia, delitto sarebbe l'appalesarlo... cd ora piú che mai!
      — "Onorato Cavaliere come voi siete, non può, certo, esser vile o colpevole l'amor vostro.
      — "È tale, Principessa, che niuna umana forza potrà trarmelo nemmen colla vita; godea almeno di vagheggiarla collo sguardo, come santa cosa, come un volto di quegli angioli che io vedea ne' miei sogni, fanciullo innocente, ignaro della vita; godea pascermi segretamente dell'amor mio; ma anche questa gioia mi sarà tolta! Tra poco ella dovrà partire.
      — "Ma siete voi certo, soggiunse Adelassia con accento indescrivibile, che la giovane del vostro amore non sia infelice piú di voi, piú di voi disperata della prossima sua partenza?...
      — "Adelassia, che dite mai? proruppe il giovane, fissandola in volto la prima volta, e vedendo quegli occhi bellissimi innondati di lacrime; v'accora forse il partire?... Voi pure amate?...
      — "E chi tel disse? — Me lassa! nol dissi io stessa!
      E qui, abbassando il velo, ruppe in lacrime.
      — "Oh immensa gioia! voi pure amate?...
      — "Si, amo te, Allerame! e l'amor mio è profondo, disperato quanto il tuo.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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