I compagni, ignari di quell'evento, si avanzano sospettosi, sperando ad ogni passo di incontrarlo; perciò i momenti incalzavano; ogni minuto potea decidere per sempre il destino dei due amanti.
Allerame colla spada impugnata ed in orecchio stava alla porta del cimitero, protetto dall'ombra dei cipressi, che parea raddoppiasse il buio della notte. Getta lo sguardo traverso il buco del serrame, e non vede che la folta erba ondeggiar lentamente sui bianchi sepulcretti delle monache.
Quasi per incanto s'aprì la porta; e una figura femminile, avvolta tutta in un funereo lenzuolo, a guisa di fantasma, cinto il capo di una corona di cui si ornavano le monache sulla bara, e con sembianza che parea piú alta del naturale, stette innanzi al Cavaliero che, attonito e quasi impaurito a quello spettacolo, temeva di trasognare. Ma quella, stringendolo risoluta per la mano:
— "Affrettiamoci, gli disse sommessamente; e veduto a poca distanza il cavallo dell'Allerame, legato al tronco d'un albero, di subito gli fu in groppa, ed avvinghiandosi al Cavaliero, fuggirono e dileguaronsi ad ogni sguardo, a guisa di quelle misteriose apparizioni di cui tanto si dilettano le ballate germaniche.
I cavalieri, inviati da Ottone, che già stavano a pochi passi per arrestarli, vista aperta la porta del cimitero e uscirne fuori quel fantasma, colti da terrore superstizioso, non ebbero animo d'inseguirli. Al domani raccontarono che un cavallo piú nero della notte, piú impetuoso della bufera, cogli occhi e colle nari spiranti fiamme, avea trasportato, chi sa dove, un cavaliero tutto coperto d'armi nere, ed una giovane, avvolta anch'essa in nero drappo, con una corona sul capo, forse uscita dal sepolcro, dove, per qualche grande arcano, non potea riposare.
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