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      Il vecchio monaco preludiava alle Crociate.
      Igildo togliendo l'abito di pellegrino che avea portato di Terrasanta ne vestì Allerame, per sottrarlo piú facilmente alle insidie de' suoi nemici; Adelassia indossò anch'essa poveri panni e, guidati dal solitario, si rimisero in cammino un'ora prima dell'albeggiare.
      Il cuore del veterano, alla vista del giovanetto, ai nomi degli antichi suoi compagni, s'era rannodato, per cosí esprimerci, alla famiglia dei viventi, riscosso a dolci affetti che credea morti da lungo tempo. Ora, nel punto d'accomiatarsi, ricadea in un vuoto non previsto, e camminava a capo basso, raccolto e taciturno. Sentia pur troppo che non gli avrebbe mai piú riveduti; e questo era l'ultimo anello della sua vita che si spezzava. Ma quando i due giovanetti si inginocchiarono a' piedi di lui, pregandolo di benedirli:
      — "Finché questa mano omai tremolante, diss'egli con accento di profonda commozione, potrà innalzar l'ostia espiatrice, la mia benedizione saprà raggiungervi in qualunque terra, in qualunque destino.
      E si separarono, ma non per sempre, come il monaco si argomentava.
      Igildo, tornato alla sua abitazione, la trovò inondata da un'orda di cavalieri, correnti sulle traccie dei due fuggitivi; e quella schiera, rinfrescati appena i cavalli, si cacciava a tutto corso per la foresta, mentre il vecchio, trepidante di paura non mai provata, si raccoglieva nel santuario.
     
      XI
     
      Non copre abito vil la nobil luceE quanto è in lei d'altero e di gentile,
      E fuor la maestà regia traluce


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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