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      — E il volto di quella donna si illuminava e pascea lo sguardo nelle sembianze del suo bambino con quel sorriso ineffabile, donde il pargoletto sa riconoscere la propria madre.
      Lasciamo ora che la buona famigliuola passi tranquilli e oscuri giorni nel suo villereccio abituro; le esistenze piú fortunate non sono forse le piú modeste, le piú secrete?
     
      XII
     
      Ivi ad alcuni anni, narra la tradizione, si guerreggiò ferocemente tra i Liguri e i Saraceni, presso l'isola di Sardegna. I Genovesi, odiati piú che altri mai dai Barbareschi, poiché stavano a baluardo della Cristianità, tenendo poco sicure dagli oltraggi di que' ladroni le ceneri di S. Siro che si trovavano nella chiesa dei Ss. Apostoli fuori le mura, le trasportarono in San Lorenzo(5). Ma allora, prosegue la tradizione, e il Foglietta la conferma, una fontana vicina al porto del Molo, in una piccola strada che dicevasi Fontanella ed ora Bordigotto, scaturì sangue invece d'acqua per un'intera giornata(6). Le menti inorridirono a quello strano spettacolo, e si tenne per foriero di pubblica calamità. Ed ecco che una notte, mentre i marinai Liguri stavano lontani sull'armata, i Mori irruppero improvvisamente dentro le mura di Genova; e siccome era deserta de' suoi difensori, orribilmente la devastarono. Le infami navi, sopraccariche di preda e di prigionieri, già stavano alla vista dei lidi d'Africa, quando i Genovesi, tornati in patria, e trovato quel gran lutto, rimbarcatisi a tutta furia, raggiunsero i barbareschi e ne menarono vendetta ferocissima.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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