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      Passi ora in altre mani, e sia l'unica eredità del figliuol nostro! Sì! proseguiva orgogliosamente, giovane, d'alti spiriti e con una spada, non v'ha grado cosí luminoso della fortuna, che non possa conseguire col suo valore.
      E al domani, il giovane Arrigo, benedetto dai parenti, superbo della spada di suo padre, colla nobile confidenza della giovinezza, abbandonava non senza lacrime il povero casolare, dove era nato, e s'avviava all'esercito di Ottone, per domandargli ciò che l'esercito accorda sempre ai generosi, asilo e gloria
      .
     
      XIII
     
      S'incontrano nella vita degli uomini avventure cosí strane, che in un romanzo, ti parebbero inverosimili; eppure non v'ha fola da romanzo che sia piú strana, piú fantastica di certi fatti reali. I Pagani dicean fato questa forza che soprastava al loro intendimento; e questo fato, divinità cieca, sorda, inesorabile, o per dir meglio, negativa, signoreggiava uomini e dei. Piú tardi, la barbarie o la corruttela, l'appellarono destinazione, e chi rifiutò culto ed omaggio ad un Essere giusto, intelligente, attribuì la divinazione perfino alle cicogne, alle cornacchie, ed ebbe paura dei folletti e delle streghe. I Cristiani, indirizzando ad una gran meta l'intelligenza umana, rigettando ogni idea brutale, materiale, donde nascono tiranni e schiavi senza coscienza, senza pudore, adorarono nelle catastrofi piú singolari il dito della Providenza, e l'uomo potè umiliarsi senza abbassarsi.
      E il dito della Provvidenza dovea riunire i personaggi del nostro racconto per le vie piú strane, piú inaspettate, e ricomporre affetti e cose nell'armonia primitiva.


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Racconti popolari dell'Ottocento ligure
Volume Primo e Secondo
di Autori Vari
pagine 484

   





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