— "Se Adelassia ritornasse... se fosse madre d'illustre figliuolo... d'un soldato valoroso...
— "Oh venga la mia figliuola, la mia Adelassia! Prima di morire...
E mentre i singhiozzi e le lacrime interrompevano l'Imperatore, il monaco ritraea colla destra le cortine della tenda, ed accennava ad Arrigo d'avvicinarsi.
— "Adelassia vive, e qui ai vostri piedi è suo figliuolo. —
XIV
Han faeto un disnà ch 'u l'eDuou un'anno e un dì;
Se ti gh'ei ti gh'ea m'asci.
Hanno fatto un pranzo che durò un anno e un giorno; se ci eri tu, ci era anch'io.
È facile argomentare a che riuscisse questa catastrofe; l'epigrafe affatto popolare e tutta propria di questo racconto, ce ne avverte di per se stessa.
Quando l'Imperatore ebbe forza di ricomporsi, sollevò da terra il giovanetto, e riconoscendo in lui le sembianze della smarrita sua figliuola, tanto pianta segretamente, non potea saziarsi di rimirarlo e di abbracciarlo. Spacciò quindi alla volta di Ferrannia, nunzii del suo perdono, il vecchio monaco, suo nipote e due scudieri, acciò ricondussero alla sua presenza Allerame ed Adelassia. Non descriveremo la scena commovente tra l'Imperatore, la sua famiglia e l'antico commilitone, quando dopo tanti anni, dopo tanti e varii casi si ricongiunsero; perché il cuore dei lettori potrà facilmente interpretarla.
Si bandirono feste, tornei; e Adelassia, Allerame e il loro primogenito vi assistettero accanto all'Imperatore, vestiti anch'essi pomposamente con assise del loro grado. Ma la buona Adelassia, nella prospera sua fortuna, non ebbe cuore di abbandonare quel romitaggio che le avea dato ricovero in tempi calamitosi; ed allora l'imperatore la creò feudataria della contrada, dove ella visse ancora molti anni, in compagnia d'Allerame, non immemore degli antichi amici, ma cortese a tutti e benevola, come le antiche sue sventure e la sua grande anima le comandavano
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Adelassia Adelassia Imperatore Arrigo Imperatore Ferrannia Allerame Adelassia Imperatore Adelassia Allerame Imperatore Adelassia Allerame
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